Qui appare maestosa la duecentesca facciata, rifatta in epoca barocca, della omonima chiesa già esistente nel sec. X. A destra svetta sempre in forme barocche il campanile del 1614. "In S. Giovanni, chiesa dei benedettini, la cupola è dipinta dal Correggio. Ma è difficile osservare queste pitture tanto è buia". Annotiamo questa osservazione nei Viaggi di Montesquieu, 1729.
Il dipinto parmigiano dell'abside e della cupola del tempio, opera di Antonio Allegri da Correggio, allievo del Mantegna e di cui si può ammirare in piazza Garibaldi una sua statua, fu un lavoro impegnativo che confermò il suo valore artistico.
L'interno è affrescato, a croce latina con tre navate e con pilastri in pietra.
Da segnalare, la rappresentazione sotto la stessa cupola del transito di S. Giovanni, affresco di Michelangelo Anselmo del 1520. Sul lato sinistro della chiesa c'è l'ingresso del cinquecentesco monastero benedettino.
Al suo interno, sono presenti tre chiostri, la sala Capitolare, il refettorio e la ricchissima biblioteca con oltre 20.000 volumi e codici. Del complesso benedettino fa parte anche la storica Spezieria di S. Giovanni Evangelista, in attività già dal 1200 fino al Settecento. È aperta al pubblico e visitabile.
Nel corso dei secoli, l'edificio religioso, prima in stile romanico poi in stile rinascimentale, è stato continuamente rivisitato da parte dei monaci benedettini, custodi storici e benemeriti, che qui hanno creato un importante polo culturale oltre che spirituale, punto di riferimento di intere generazioni di studiosi e di fedeli.
L'ordine benedettino, oggi più di ieri, continua a testimoniare l'insegnamento del suo Santo fondatore, Benedetto da Norcia, come riporta, qui di seguito, il post pubblicato su Facebook, da parte dell'ordine monastico che opera in questa chiesa: "I monasteri sono chiamati oggi a un tipo di "pastorale" simile a quella svolta nel medioevo: trasmettere il patrimonio di fede e di cultura in un'epoca di transizione in cui c'è il rischio di perdere i valori religiosi e culturali che stanno alle nostre radici e che hanno dato, danno tuttora e daranno nel futuro senso e salvezza agli uomini e alle donne della nostra civiltà".
Report e immagini, elaborate a cura di Antonio Nunno.
Parma, 23 marzo 2022.